Nella realizzazione di un arredo, la fase della lavorazione del tranciato è, una delle più importanti ai fini della resa estetica del mobile.
Mani esperte e pratiche di questa “tecnica” renderanno il mobile finale una sorta di opera d’arte. Il legno, che dialogherà in modo coerente tra tutte le sue parti, sarà a tutti gli effetti un disegno che racconterà qualcosa: uno stile, una personalità.
Prima di procedere, capiamo cos’è il tranciato.
Il tranciato è costituito da fogli molto sottili ottenuti dalla tranciatura del legno massello, ovvero il tronco dell’albero.
Immaginate il tronco di un albero che viene “affettato”: le fette che ne risultano sono proprio i fogli di tranciato.
Il tranciato mostra quindi l’essenza di un albero, la sua specificità, ed è proprio questo che rende un arredo pregiato e ricercato. Per quanto gli alberi possono appartenere a stesse famiglie (ad esempio: albero del Noce, albero dell’Eucalipto) e dunque riportare dei tratti simili, i fogli di tranciato che si ricavano saranno sempre contraddistinti dall’unicità di quel singolo massello.
La lavorazione del tranciato si articola in 3 fasi:
- Taglio. Il taglio dei fogli di tranciato viene effettuato sulla base della tipologia di disegno che si vuole realizzare.
- Cucitura. Attraverso l’utilizzo di un filo speciale i fogli di tranciato precedentemente tagliati vengono fra di loro cuciti.
- Composizione. In questa fase finale i fogli di tranciato precedentemente cuciti vengono appaiati andando a creare dei disegni/composizioni.
L’impiallacciatura è la fase successiva alla lavorazione del tranciato e consiste nella procedura di incollaggio dei fogli di tranciato, uniti durante la composizione, al pannello di legno che comporrà il mobile finito.
La bellezza della lavorazione del tranciato sta proprio nella parte di composizione, qui è possibile realizzare i disegni desiderati.
Nel video che racconta questo procedimento il nostro artigiano sta realizzando una forma romboidale con del tranciato denominato piuma di noce.
Questa tipologia di tranciato proviene dalle sezioni dell’albero del noce dove si formano della particolari biforcazioni.
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